martedì 20 ottobre 2009

Questi video utiizzati al Convegno di Napoli sono proprio carini, meritano tutta la fatica che ho fatto per caricarli!!!!!!!!!!!!!








venerdì 16 ottobre 2009

Città della Scienza 15-16 ottobre 2009

Spinta dalla mia amica Giliola, che, a mia insaputa, ha spedito la "nostra" candidatura per una relazione (candidatura che è stata scelta!!)sto partecipando al Convegno "3 giorni per la scuola" a Città della scienza a Napoli. Come insegnante "a righe" mi sento un po' un'infiltrata, ma l'esperienza mi piace, tante sono le persone che ho incontrato, le esperienze che ho sentito raccontare......comne sempre torno a casa con tante idee e progetti che vorrei realizzare.

Anche la nostra relazione, pur davanti ad un pubblico esiguo ma molto competente, è andata bene e ne sono soddisfatta.


Purtroppo non riesco a far vedere i video che erano incorporati nella presentazione, proverò a inserirli prossimamente

martedì 11 agosto 2009

Tempo di vacanze

Tempo di vacanze, di sole, di mare, di pensieri "buoni", di propositi, di speranze, di tranquillità.
Dopo l'affanno per la preparazione della tesi, i caldi giorni a Firenze, la tanto attesa laurea, ho trascorso una splendida vacanza in Sardegna, nell'isola di San Pietro che io adoro.
Ora sono in montagna, mi dedico alla mia casa, ai miei figli e agli amici che ospitiamo, alla lettura, a passeggiate e grigliate, a "brevi" uscite in bicicletta, a tutto quello per cui non ho mai tempo!!!....mi sembra di vivere una sana vita "normale" ....è l'ideale per ricaricarsi ma dopo un po' mi viene a noia, sto già pensando a qualcosa di nuovo da fare, nuove occasioni, nuove sfide...sono sicura che molti dei miei amici comprendono bene questa smania di andare sempre oltre, di provare, di mettersi continuamente in gioco.
Io sono così, non riesco a stare ferma, sempre alla ricerca....

giovedì 2 luglio 2009

Divenire digitali

E' uscito ieri il nuovo numero di Form@re, Newsletter per la Formazione in Rete
Questo numero è stato curato da Maria Grazia Fiore ed è intitolato
"Divenire digitali: riflessioni ed esperienze sul mutamento antropologico in atto"

Questo lavoro è l'esito di un progetto di collaborazione tra il mondo accademico ed alcuni studenti della IUL, me compresa. Ne sono particolarmente orgogliosa, è la mia prima esperienza di partecipazione ad una pubblicazione "seria".
Un grazie di cuore a Maria Grazia che ha ideato, coordinato, seguito e portato a termine con vera maestria tutto il lavoro, ad Andreas Formiconi, che è diventato il punto di riferimento del nostro gruppo IUL e ai miei compagni in questa avventura: Claudia Guido, Danilo MOine, Daniela Pinna, Michela D'Adamo, Emanuela Bramati, Maria Grazia Cacciatore, Flavia DiMaio, Enrico Sitta.

Riporto di seguito il contributo integrale proposto da me, Claudia, Daniela e Danilo
Nativi Digitali vs Immigrant

E ora ripartiamo...per la prossima sfida!!

venerdì 26 giugno 2009

La denuncia di don Farinella

Questa lettera che da alcuni giorni circola in Internet è di un prete genovese al suo vescovo.
E' un po' lunga, ma merita di essere letta...


Lettera aperta al cardinale Bagnasco

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’ forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d’oro......



non penso di appartenere nè ai disorientati, nè ai rassegnati...piuttosto ai disgustati, a quelli che disgustati lo erano già prima, già molto tempo prima dei fatti di oggi, a quelli che dopo aver passato anni negli ambienti cattolici se ne sono andati delusi, schifati dall'ipocrisia, dall'opportunismo, dal perbenismo.
Questa lettera e il coraggio di chi l'ha scritta non mi hanno lasciata indifferente

giovedì 25 giugno 2009

di nuovo in linea!!

...sono passati quasi due mesi dal mio ultimo post,...due mesi,incredibile, sono stati giorni talmente congestionati da non accorgersi del passare del tempo.
Ora, finalmente, posso respirare un po', riprendere i contatti, che peraltro non si sono mai del tutto interrotti.
Scorrendo FB ho trovato un articolo, postato da un amico, che qui sta proprio bene...



QUANTE BELLE COSE CI STIAMO PERDENDO ?
Un violinista nella metropolitana. Una storia vera.
Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro. Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia. Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare. Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconoscimento. Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari. Questa è una storia vera. L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La domanda era: "In un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?". Ecco una domanda su cui riflettere: "Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?"

Tratto: da: washingtonpost.com - thepopuli.it

giovedì 7 maggio 2009

Sentirsi a casa in Europa


In quest’ultimo anno di studio abbiamo spesso sentito parlare e discusso di luogo vs spazio, di “non-luoghi” . Ho scoperto che questo argomento, su cui non mi ero mai soffermata troppo, mi appassiona.
Una ulteriore chiave di lettura mi è stata offerta dal libro di Raniero Regni “Geopedagogia” quando nel capitolo quinto parla di “Sentirsi a casa in Europa”
Ho difficoltà a pensarmi “cittadina d’Europa”, probabilmente mi manca quella “condivisione di memorie, esperienze, tradizioni, valori, simboli” che costituiscono l’identità di una comunità, ma è sempre una bella sensazione poter passare liberamente da uno stato all’altro senza mostrare i documenti e, ancor di più, poter usare una moneta comune.

..il denaro insieme al linguaggio, all’amore, alla verità e al potere, è uno dei media che rendono possibile l’autoriproduzione della comunicazione sociale….. l’adozione dell’euro come moneta unica avrà sicuramente un potente valore di media simbolico. Ogni transazione economica richiamerà il valore dell’Unione Europea ricordandoci che siamo cittadini d’Europa. La moneta europea sarà un potente mezzo di comunicazione simbolica capace di rappresentare una unità politica e culturale….innescando meccanismi profondi di identificazione europea.


Proprio dopo aver letto il capitolo sopra citato, durante il ponte del 1° Maggio, sono stata a Praga, una bellissima città, affollatissima, ricca di arte, di monumenti, con i segni di una storia che non ci è del tutto estranea, ma… così distante dall’idea di Europa. Il pensiero che moneta e lingua abbiano delle valenze simboliche, un potere unificante mi ronzava nella testa ma…..che delusione!! non ho trovato un solo posto che accettasse gli euro e per comunicare solo gesti o lingua ceca.
[...] nel mondo della globalità nessuno vive con una sola anima. Tutti si cimentano con identità multiple. (quasi tutti!)


Il percorso di costruzione di un’identità sovranazionale che non escluda ma arricchisca è solo all’inizio e la scuola non può sottrarsi a questo gravoso impegno. Perché ci si possa considerare a “casa” in Europa è necessaria ancora una lunga, lunga strada

Uno dei compiti decisivi della scuola è quello di una profonda educazione alla cittadinanza europea che passa attraverso la costruzione di una “comunità immaginata”, lo sviluppo della coscienza di essere un popolo solo capace di farci sentire veramente a casa in Europa. Un’Europa che guarda al mondo composto di tante culture, ma di una sola umanità…

giovedì 30 aprile 2009

un po' di disconnessione

Oggi parto.....dopo mesi senza saltare un solo giorno, me ne concedo tre senza pc, senza connessione....senza tecnologia, solo gambe, macchina fotografica, guida turistica.
A presto, buon 1 maggio a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!

martedì 28 aprile 2009

Ho iniziato la settimana scorsa il corso neo-assunti.
E’ il quarto anno che vengo nominata e-tutor, la piattaforma è identica, le attività non sono cambiate, i problemi sono sempre gli stessi, eppure c’è qualcosa di diverso….io sono diversa o meglio diverso è l’atteggiamento con il quale sto affrontando questa esperienza.
La maggior parte dei corsisti frequenta il corso perché è obbligato, non vede l’ora di finire e spreca tempo ed energie a cercare le attività già fatte dai colleghi negli anni precedenti ed ottenere in fretta i crediti richiesti.
Nonostante i tempi ristretti e i 5 incontri programmati non giochino a mio favore, mi piacerebbe riuscire a trasmettere qualcosa di quello che ho scoperto ed imparato …..passeggiando nel bosco.
Nel bosco, dunque, ho pensato di accompagnarceli io.
Ho preparato un piccolo percorso da seguire tutti insieme alla scoperta di ….qualcosa di nuovo, che possa emozionarci, di ambienti, strumenti, modalità diverse per collaborare, imparare, insegnare.
Certo viene a mancare quella libertà di apprendimento di cui ha parlato oggi Maria Grazia e che noi abbiamo esercitato in questi mesi, ma, forse, in qualcuno nascerà il desiderio di continuare, in piena libertà, su quella stessa strada.
Con un po’ di presunzione spero di trasmettere loro un po’ del mio entusiasmo.



Non ho resistito alla tentazione di provare.....

lunedì 13 aprile 2009

.....ci riprovo

Lo stesso video, inserito in slideshare risulta un po' più "finito"

Sl
View more presentations from Valeria .

prova video

Dopo aver visto tutti i lavori dei miei compagni-colleghi, la tentazione di provare anche io qualcosa era troppo forte. Da quando abbiamo iniziato questa avventura (non è un corso, è un continuo avanzare verso il nuovo!!) ho scoperto tanti nuovi strumenti e ora è tempo di provarli.
Sto frequentando un corso on-line sulla creazione di ambienti di apprendimento in Second Life, una delle attività richieste era inserire qualche immagine di "vita virtuale" o di land, ne ho approfittato per usare JING e MOVIE MAKER e preparare un brevissimo video. Confrontato con quelli dei colleghi è una schifezza ma ho potuto pasticciare un po' per conto mio, prima di buttarmi in imprese più ardite!

venerdì 10 aprile 2009


Cercavo materiali per il corso neo-assunti, girovagavo in rete e ho trovato un articolo su un libro di Gianfranco Zavalloni “La pedagogia della lumaca”. Già il titolo mi ha incuriosita….poi ho letto l’introduzione:

…..Si vive con il mito incalzante del tempo reale e si sta perdendo la capacità di saper attendere. Siamo nell’epoca del tempo senza attesa. Non abbiamo più il tempo di attendere, non sappiamo partecipare a un incontro senza essere disturbati dal cellulare, vogliamo “tutto e subito” in tempo reale.
Le teorie psicologiche sono concordi nel pensare che una delle differenze fra i bambini e gli adulti risieda nel fatto che i bambini vivono secondo il principio di piacere (“tutto e subito”), mentre gli adulti vivono secondo il principio di realtà (saper fare sacrifici oggi per godere poi domani). Mi sembra che oggi gli adulti vivano esattamente come i bambini secondo le modalità del “voglio tutto e subito”. Sapremo ritrovare tempi naturali?
Sapremo attendere una lettera? Sapremo piantare una ghianda o una castagna sapendo che saranno i nostri pronipoti a vederne la maestosità secolare? Sapremo aspettare?
Si tratta di intraprendere un nuovo itinerario educativo. Genitori, insegnanti e tutti coloro che ruotano attorno al mondo della scuola, sono stimolati dalle suggestioni offerte dalla pedagogia della lumaca e possono ricominciare a riflettere sul senso del tempo educativo e sulla necessità di adottare strategie didattiche di rallentamento, per una scuola lenta e nonviolenta.

Io non sono mai stata capace di aspettare, non ho mai tempo, non ho pazienza, ho sempre troppe cose da fare e ancora di più a cui pensare….stamattina mi sono alzata con l’ansia…..riuscire ad incastrare tutto, esami del sangue, colazione con amiche, passare dall’assicurazione, gli amici di mio figlio a pranzo, il blog che è fermo da una settimana, le dispense, il libro di politiche da leggere, il capitolo della tesi da finire, la spesa, le decorazioni per mia madre, stasera il cinema…….vorrei fermarmi, la tentazione è forte…ma poi non ci riesco.
A scuola invece si, con i bambini riscopro la bellezza del non avere fretta, dell’aspettare il tempo del raccolto. Sarà l’esperienza, ma sono sempre più rari i momenti in cui mi trovo a pensare “oddio sono indietro, devo fare questo, non sanno ancora quest’altro…..” Ho imparato a non spazientirmi, ad accettare di non fare tutto quello che vorrei, a rispettare chi ha bisogno di tempi lunghi con la consapevolezza che se si è ben seminato…….i frutti verranno.

sabato 4 aprile 2009

Il sorriso che cura.....


Riporto una notizia dell'Ansa, che è stata diffusa anche dai telegiornali nazionali. Dopo aver visto gli spezzoni del seminario "I care" di Andreas mi sembra proprio ad hoc!!

"La risata, anche quando è forzata cioé quando 'obblighiamo' i muscoli del viso a mascherarlo di allegria, è terapeutica per corpo e psiche, migliora l'umore e la resistenza allo stress, rende più sexy ma fa bene anche al cuore abbassando la pressione del sangue e, dulcis in fundo, 'addolcisce' il latte materno rendendolo uno scudo contro le allergie del neonato.

Il suo segreto? Ridere, è spiegato in uno speciale sulla rivista americana Mind, rilassa i muscoli, mette in circolo molecole 'positive' come le endorfine, inoltre l'umorismo aiuta a guardare con distacco le piccole grandi noie di ogni giorno.

Anche se indotta in modo artificiale per esempio tenendo in bocca una penna, ha di per sé effetto positivo sull'umore, ha scoperto Fritz Strack dell'università tedesca di Wurzburg. Gli studi che promuovono il sorriso come 'pillola universale' sono molti: secondo un lavoro di Willibald Ruch, dell'Università di Zurigo, le risate suscitate da battute, commedie divertenti o barzellette alzano la soglia del dolore, infatti un gruppo di volontari riusciva a tenere più a lungo la mano nell'acqua ghiacciata senza soffrire se prima di questa prova veniva sottoposto per alcuni minuti alla 'terapia del sorriso' a base di battute.

E gli effetti di una sana risata sul corpo si vedono a occhio nudo: uno studio recentissimo, pubblicato sull'International Journal of Obesity, ha dimostrato che ridere 15 minuti al giorno può permettere di perdere in un anno oltre due chili. Maciej Buchowski della Vanderbilt University presso Nashville, in Tennessee che lo ha condotto sostiene che ridere aumenta il battito cardiaco e impegna molti muscoli, producendo lo stesso effetto di una sana camminata. Gli esperti hanno fatto i conti di quante calorie consumiamo ridendo esaminando il dispendio di energia di 45 persone mentre guardavano programmi televisivi di vario tipo.

E' emerso che il fabbisogno energetico per guardare una commedia divertente è di circa il 20% in più, dovuto, dicono gli esperti, all'energia spesa ridendo. E non è tutto, il sorriso alza la soglia di resistenza allo stress diminuendo l'ormone dello stress nel sangue, il cortisolo, ed alzando le difese immunitarie. Addirittura i suoi effetti 'fisici' sono tangibili nel neonato durante l'allattamento. Se mamma ride, il bimbo riceve maggiori benefici dalla poppata, il latte materno infatti, dopo un 'ciclo di risate', contiene più melatonina che serve per dormire e difende dall'ezema cutaneo, e il neonato risulta meno esposto alle allergie.

Anche sulla mente il sorriso è terapeutico: chi non disdegna una risata vive meglio, ha più facilità nei rapporti sociali e, se è maschio, è anche più attraente. Infatti uno studio di Eric Bressler del Westfield State College ha dimostrato che le donne giudicano più attraenti i soggetti di foto sotto le quali c'é una battuta che viene attribuita al lui immortalato nello scatto. E non è tutto: molti psichiatri usano davvero la terapia del sorriso, anche in gruppo, per 'curare' la depressione lieve.

Molto efficace contro disturbi psichiatrici anche gravi risulta essere il senso dell'umorismo e la capacità di sdrammatizzare, hanno dimostrato psichiatri dell'università tdesca di Marburg, perché diventa una strategia di distacco dai problemi e aiuta a vederli sotto un'altra luce. Lo aveva capito anche Giacomo Leopardi, certo non famoso per la sua 'allegria', quando sosteneva che 'chi ha il coraggio di ridere e' padrone del mondò, a distanza di tre secoli la scienza gli dà ragione."

....sorridiamo, facciamoci del bene!!

martedì 31 marzo 2009

considerazioni

Ragazzi che soddisfazione!
Ho modifcato il blog, inserito i tags di Delicious nella nuvoletta, modificato il codice per il colore e la dimensione, impostato le snap shots!!!!
Sembra una cretinata (e per chi è esperto lo è) ma quando ho visto il risultato ne sono stata così soddisfatta!!!
Un grazie particolare a Pierluigi che, attraverso la bacheca di FB. mi ha aiutata in un momento di impasse, a concretizzare il lavoro.
Abbiamo iniziato editing neanche un mese fa......chissà che cosa ci aspetta dietro l'angolo.....??!!

lunedì 30 marzo 2009

Web 2.0



Mille modi per un mondo: 3d per costruire conoscenza

questo è il motto del sito “SCUOLA 3D”
In questo sito trovate il progetto dell'Istituto pedagogico di Bolzano dedicato al mondo dell'istruzione e formazione. Ci sono sperimentazioni per l'apprendimento informale e non formale nella rete.
Il progetto si sviluppa principalmente nel mondo 3d e si avvale anche di strumenti del Web 2.0 che consentono la costruzione collettiva della conoscenza.
Vengono utilizzati un wiki, un blog, un mondo virtuale.
http://www.scuola3d.eu/index.php

domenica 29 marzo 2009

ridere ...o piangere?

"Mi raccomando, ricordatevi che 6 e 3/4 sulla pagella non si può scrivere."

Potrebbe essere una battuta di spirito se a farla, in un Collegio Docenti, non fosse stato un Dirigente che, vi assicuro, non aveva nessuna intenzione di scherzare.

parlando di valutazione

La valutazione è un problema annoso che sembra diventare irrisolvibile.
Ricordo quando iniziai ad insegnare, avevo 20 anni, nessuna esperienza ma quella scheda di valutazione già non mi piaceva!! Con alcune colleghe avevamo allora ideato una scheda alternativa, lunghissima, che prendeva in considerazione autonomia, apprendimento, socializzazione, rapporto con i compagni, rapporto con gli adulti e.....tanto altro. Allora non c'era ancora il computer, preparavo le matrici, andavo in una scuola vicina a farmele ciclostilare (!!! ve lo ricordate il vecchio ciclostile ad inchiostro?) da un bidello gentilissimo, mi portavo a casa centinaia di fogli e, con l'aiuto di tutta la famiglia, li fascicolavo.Passavo poi ore a compilarli
Era una fatica ma ci credevo.
Ad un certo punto le schede alternative non si poterono più usare, sono arrivati gli A, B, C poi i sufficienti, non sufficienti, ottimo.....ora di nuovo i numeri. A cambiare sono solo i simboli,...niente altro, non mi ci trovavo allora continuo a non trovarmici ora.
Quei numeri sviliscono la nostra professione, la dedizione, l'impegno che dedichiamo ai nostri ragazzi

sabato 28 marzo 2009

Facebook, Una Piazza, un paradigma

Check out this SlideShare Presentation:


Questa è una presentazione di Gianni Marconato dopo un esperimento sui possibili utilizzi di Facebook per fare formazione.

Gianni Marconato ha fondato un gruppo su FB intitolato “Didattica in Facebook. No grazie“ sulla questione "è possibile utilizzare Facebook nella didattica o per far didattica?" Molti di noi si sono iscritti e ci sono stati numerosi interventi interessanti.Una sintesi dei commenti più interessanti è disponibile sul sito http://www.catepol.net/2009/03/03/facebook-e-didattica/
che ho inserito anche in delicious.

....ancora Hole in the Wall

http://www.hole-in-the-wall.com/

Questo sito costituisce il portale del gruppo di ricerca denominato Hole in the Wall Education, ha come obiettivo la diffusione di un nuovo metodo educativo denominato “Educazione minimamente invasiva”, che ha già trovato applicazione soprattutto in aree rurali di paesi sottosviluppati o in via di sviluppo.

P.S.= io e la lingua inglese non andiamo molto d'accordo......il compito che ieri sera Andreas ci ha assegnato è, per me, alquanto impegnativo, quasi una ..mission impossible!!

venerdì 27 marzo 2009

Hole in the wall

Ieri mattina ho partecipato al convegno “Un giorno di scuola nel 2020” organizzato dalla Fondazione San Paolo per la scuola. Dopo un inizio formale e un po’ sonnacchioso e un coffee break caotico, siamo stati (eravamo più di 500) completamente conquistati dall’intervento del Prof. Sugata Mitra che ha presentato il progetto “The Hole In The Wall” (Buco nel muro).
Un buco nel muro, con dentro un computer connesso ad Internet e una telecamera nascosta su un albero: questo è il progetto di Sugata Mitra, di professione sviluppatore di software, per far arrivare l’informatica nei villaggi più sperduti dell’India rurale.
Il primo Hole in the wall è stato installato in un quartiere povero di New Delhi nel 1999. Egli ha radunato un gruppo di ragazzini e li ha invitati a usare quella strana macchina illuminata. In pochi minuti avevano imparato a muovere il cursore, in un paio d’ore stavano navigando in rete.
Il suo secondo tentativo è stato in una scuola media. Si è presentato con un computer portatile e ha chiesto all’insegnante di fisica di scegliere un argomento non trattato in classe e di scrivere cinque domande; poi ha scelto cinque ragazzi, li ha chiusi in una stanza con il laptop (un oggetto che loro non avevano mai visto) e ha dato loro due ore di tempo per rispondere.A tempo scaduto i ragazzi avevano risposto esattamente a tutte le domande; in due ore avevano imparato come far funzionare un computer e utilizzarlo per i propri scopi. Il progetto è stato esportato in tutta l’India rurale: nelle bidonville, nei villaggi di pescatori, nelle aree dove si ammassano gli sfollati dopo la costruzione delle dighe. Ovunque, i bambini hanno imparato ad usare il computer da soli e a scambiarsi informazioni e scoperte. In media in una settimana padroneggiano il mondo degli mp3 scaricati, in due riescono ad insegnare qualcosa ad altri.
Oltre al problema di non sapere che cosa fosse il computer, i bambini non conoscevano neanche l’inglese, ma la loro reazione è stata “voglio usare la macchina, imparo la lingua” , mentre gli adulti, messi di fronte allo stesso problema hanno reagito con un “non conosco la lingua, non posso usare la macchina”
Penso ci siano molti spunti di riflessione:
- sulla necessità di permettere ad ognuno di ricercare la conoscenza offrendogli risorse, non dogmi,
- sull’importanza del lavoro cooperativo
- non è detto che il più corrisponda al meglio
- sulla necessità di ripensare agli “ambienti di apprendimento”
- ……………………………………………………..
- ………………………………………………………..

martedì 24 marzo 2009

space or place?




Enrico ci chiede "quando il contesto, il luogo può incidere sull'apprendimento e sullo stare bene a scuola?"
Vi ho postato l'esperienza della mia scuola ma dato che non ho potuto inserire le foto le posto qui...

blogger o wordpress?

Li ho provati entrambi e ho trovato blogger molto più semplice ed intuitivo. C'è bisogno davvero di pochi minuti per aver un bel blog già confezionato. Nell'eventualità di utilizzarlo per un blog di classe penso che anche i miei piccoli "nativi digitali" non avrebbero nessun problema.

....nel bosco