venerdì 10 aprile 2009


Cercavo materiali per il corso neo-assunti, girovagavo in rete e ho trovato un articolo su un libro di Gianfranco Zavalloni “La pedagogia della lumaca”. Già il titolo mi ha incuriosita….poi ho letto l’introduzione:

…..Si vive con il mito incalzante del tempo reale e si sta perdendo la capacità di saper attendere. Siamo nell’epoca del tempo senza attesa. Non abbiamo più il tempo di attendere, non sappiamo partecipare a un incontro senza essere disturbati dal cellulare, vogliamo “tutto e subito” in tempo reale.
Le teorie psicologiche sono concordi nel pensare che una delle differenze fra i bambini e gli adulti risieda nel fatto che i bambini vivono secondo il principio di piacere (“tutto e subito”), mentre gli adulti vivono secondo il principio di realtà (saper fare sacrifici oggi per godere poi domani). Mi sembra che oggi gli adulti vivano esattamente come i bambini secondo le modalità del “voglio tutto e subito”. Sapremo ritrovare tempi naturali?
Sapremo attendere una lettera? Sapremo piantare una ghianda o una castagna sapendo che saranno i nostri pronipoti a vederne la maestosità secolare? Sapremo aspettare?
Si tratta di intraprendere un nuovo itinerario educativo. Genitori, insegnanti e tutti coloro che ruotano attorno al mondo della scuola, sono stimolati dalle suggestioni offerte dalla pedagogia della lumaca e possono ricominciare a riflettere sul senso del tempo educativo e sulla necessità di adottare strategie didattiche di rallentamento, per una scuola lenta e nonviolenta.

Io non sono mai stata capace di aspettare, non ho mai tempo, non ho pazienza, ho sempre troppe cose da fare e ancora di più a cui pensare….stamattina mi sono alzata con l’ansia…..riuscire ad incastrare tutto, esami del sangue, colazione con amiche, passare dall’assicurazione, gli amici di mio figlio a pranzo, il blog che è fermo da una settimana, le dispense, il libro di politiche da leggere, il capitolo della tesi da finire, la spesa, le decorazioni per mia madre, stasera il cinema…….vorrei fermarmi, la tentazione è forte…ma poi non ci riesco.
A scuola invece si, con i bambini riscopro la bellezza del non avere fretta, dell’aspettare il tempo del raccolto. Sarà l’esperienza, ma sono sempre più rari i momenti in cui mi trovo a pensare “oddio sono indietro, devo fare questo, non sanno ancora quest’altro…..” Ho imparato a non spazientirmi, ad accettare di non fare tutto quello che vorrei, a rispettare chi ha bisogno di tempi lunghi con la consapevolezza che se si è ben seminato…….i frutti verranno.

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